Negli incontri con i genitori prima della dimissione per prima cosa parlo sempre dell’alimentazione.
Infatti dico alle mamme che le domande sull’alimentazione –quanto gli devo dare da mangiare e quando gli devo dare da mangiare – sono le domande classiche che una mamma fa sempre e sono le prime domande.
E’ anche logico perché tutte le mamme hanno nei confronti del loro bambino delle angosce di morte e se il bambino non mangia per la mamma può significare che può morire.
Quindi quando gli devo dare da mangiare e quanto? E cosa ? e perché quella cosa , quel latte e non un altro?
Sarebbe facile chiudere il discorso dicendo questo latte qui ,60 grammi per 7 volte al giorno o qualcosa di simile, ma invece il discorso è più complicato per una serie di motivi.
Il nostro bambino sta crescendo e quindi sta cambiando e sta cambiando in fretta soprattutto negli ultimi giorni di degenza: ha cominciato a svegliarsi per il pasto e qualche volta anche un po’ prima dell’ora (ma l’ora l’abbiamo fissata noi in base ai nostri calcoli), mangia tutto , non si soffoca più tanto mentre mangia , riesce a finire il biberon più velocemente; questo per i bambini che mangiano al biberon, ma non tutti mangiano al biberon, molti prematuri e speriamo sempre di più, riescono ad alimentarsi al seno, almeno in parte e il discorso quindi deve differenziare questi bambini allattati al seno, i bambini con i problemi respiratori cronici, nei quali devo controllare l’introito di liquidi e quindi di latte, i prematuri senza complicanze perinatali ecc.
Quindi il discorso è INDVIDUALE, DEVE ESSERE INDIVIDUALE, ma allora come si fa?
Ci sono delle nozioni , delle caratteristiche di base.
Ognuno di noi è quello che mangia, quindi la qualità del cibo e la quantità sono importanti, perché condizionano la crescita del bambino e la crescita non è solo il peso, ma è la crescita degli organi, del cuore, del fegato , del cervello, dei muscoli … se un prematuro cresce bene migliora la sua prognosi , va insomma a finire meglio, più forte, più resistente ale malattie, più intelligente.
Quindi la mamma ha ragione a preoccuparsi per l’alimentazione.
Ma il bambino è una persona e non siamo tutti uguali, c’è chi mangia di più e chi mangia di meno, chi mangia tante volte al giorno, deve fare degli spuntini tra un pasto e l’altro e chi mangia tanto ma poche volte; inoltre il cibo non è solo nutrimento del corpo è un tramite di amore tra mamma e bambino; infatti la mamma viene e ti dice: il bambino non MI mangia, non mangia me, non mangia questo cibo, non vuole il mio amore per lui.
E’ un grosso problema, certi bambini non mangiano perché si affaticano o perché imparano che dal cibo ti vengono brutte esperienze, il pasto che finisce con un vomito perché ho voluto che il mio bambino mangiasse ancora 10 grammi è una brutta esperienza, un brutto ricordo per il bambino, se tu sforzi un bambino non va bene, puoi aiutarlo, puoi e devi capirlo, non forzarlo, non sei più brava se finisce il biberon, ma se capisci quando è ora di fare una pausa , quando è ora di chiuderla là che per questa volta basta così… mangerà di più il pasto successivo.
Altri non mangiano perché attraverso quella bocca è passato di tutto (pensa a quante volte è stato intubato, aspirato, sondato , dato dell’olio da bere per aumentare le calorie ecc. , come fa a credere che ci possa essere qualcosa di piacevole associato alla bocca…).
Infatti i prematuri che ancora ad un’età gestazionale corretta (che è l’epoca, le settimane reali che il bambino ha, corrette per la prematurità: un neonato di 27 settimane dopo due mesi ha 35 settimane) non mangiano autonomamente o rifiutano di mangiare al biberon sono quelli più fragili, quelli che l’hanno avuto più dura.
Nessuno ti può imporre di mangiare o di fare la cacca o di dormire, questi sono le zone nelle quali si realizza la tua libertà e infatti molti bambini anche non prematuri, passano da una all’altro tra di questi sintomi, non mangiano , se cominciano a mangiare non fanno la cacca (parlo di bambini di un anno o più ) se fanno la cacca non dormono. In generale sono disturbi della relazione; cosè la relazione: io ti conosco, ti capisco, ti voglio bene e ti cambio e tu cambi me e insieme riusciamo a crescere.
Nessun genitore ha mai vinto la battaglia della minestra … non facciamo quindi questa battaglia
Lasciate liberi i bambini …
Dopo la dimissione, ma già nei giorni precedenti Noi dobbiamo porci in ascolto al bambino , dobbiamo adattare il nostro comportamento ai cambiamenti del bambino, dobbiamo diventare di gomma, prendere l’impronta.
Può essere che il nostro bambino voglia mangiare meno volte al giorno e più latte alla volta e quindi va lasciato dormire (ad esempio un bambino che vuole fare 5 pasti al giorno che significa un pasto ogni 4 ore circa o più spesso in quantità minore ad esempio 8 volte al giorno , ogni 3 ore circa in quantità minore, perché ad esempio si affatica ).
Ma come faccio a sapere se faccio giusto?
Do sempre qualche “numero” che è dato dal calcolo teorico del contenuto di calorie del latte : un bambino per poter crescere deve mangiare almeno 150 cc di latte nelle 24 ore ,( contare dal pasto delle 9 circa fino al pasto delle 6 del giorno dopo), fare al somma e dividere per i Kg; il numero di pasti non è important , può farne 5-6-7 o 8 al giorno ; inoltre la crescita è il mio metro : il nostro bambino deve crescere e crescere bene.
Esempio pratico: un bambino di kg 2,5 deve mangiare al giorno circa 350-400 grammi per poter crescere.
Quindi la domanda “Quando gli devo dare da mangiare?” non ha un’unica risposta, diciamo quando il bambino si sveglia, quando lo chiede … Il tempo di svuotamento dello stomaco con il latte materno è due ore e mezza , con il latte artificiale 3 ore e mezza , soprattutto se sono formule per i prematuri, ma i ritmi dei pasti possono essere che fa una pausa notturna un po’ più lunga e che durante il giorno mangia più spesso.
Sul piano teorico la cosa può sembrare difficile ma dopo 2-3 giorni la mamma conosce meglio il suo bambino e le cose si assestano da sole, basta volersi bene.
Il bambino cambia tanto a casa, perché un ambiente stabile e meno stressante, certo si richiede che il piccolo si adatti alle cose nuove, al gatto, al rumore del caffè, alla luce che arriva da un’atra finestra, alla sorella che parla forte, ma tutto è molto più bello e molto più a misura di bambino della terapia intensiva neonatale, non fosse altro perché il volto e la voce , quelli della mamma, sono stabili, danno di nuovo un ritmo al bambino.
L’altra domanda è : se dorme lo sveglio?
Ma questa domanda introduce un discorso sul sonno che vorrei fare in modo più approfondito in una prossima volta, perché anche questo è complesso, oltre che affascinante e richiede un discorso un po’ lungo; nelle prossime settimane parleremo anche dei prematuri che mangiano al seno.
Comunque nessuno nasce imparato… l’amore ci dà la conoscenza, pertanto amiamo i nostri bambini che hanno fatto tanto fatica e sono nati almeno due volte.
Augusta Janes