Alla dimissione dall’ospedale, quando si porta a casa il piccolo c’è una felicità tanto grande che molti genitori mettono solo allora sulla porta di casa il fiocco rosa o azzurro per dire al mondo che c’è un nuovo arrivato; tra le altre cose si vuol dire agli altri, ma soprattutto a se stessi come genitori, che si è raggiunto un traguardo stabile di salute, tutta la famiglia finalmente è a casa.
E’ in questo momento che si avvicinano di più anche i nonni, ad offrire un aiuto pratico nelle faccende domestiche ma anche un conforto che va al di là di questo; i nonni si accostano con prudenza alla famiglia giovane e capiscono che è arrivato il momento di mettersi a disposizione con la loro saggezza, senza troppo interferire nella gestione del nipote.
Sicuramente ora ci sono modalità diverse di porsi nell’allevare un figlio, spesso unico; differenti da quelle della generazione precedente, e ancor di più se consideriamo due generazioni; le modalità educative si rivelano oggi (apparentemente?) più attente alle esigenze del neonato.
Una volta il padre era più fuori casa per lavoro, ma anche se stava in casa non si occupava dei figli, che venivano gestiti dalla madre, spesso relegata al ruolo di casalinga. Il padre interveniva nelle decisioni importanti, nelle punizioni, nelle rare “premiazioni”. Peraltro tutta la famiglia riconosceva nella figura paterna, anche assente, l’autorevolezza che dava l’impronta al sistema educativo dei figli.
Noi nonni di adesso siamo cresciuti con la percezione che il padre teneva il timone del comando, tutti gli altri obbedivano, o credevano di doverlo fare.
Ora la coppia di genitori si aiuta di più nella gestione anche pratica del figlio, si interscambia i ruoli (a parte l’allattamento al seno…), spesso anche litiga per divergenze educative di poco conto.
Ciononostante la prassi più frequente è che entrambe i genitori lavorano, e occorre affidare il bambino al Nido oppure ai nonni. I nonni quindi assumono un ruolo sociale perché se per i genitori lavorare entrambI è una conquista, questo comporta anche un grosso impegno che mette a dura prova l’organizzazione della famiglia.
I nonni hanno la consapevolezza che il tempo che passano accanto al nipote è tempo ricco di affettività , la migliore spendibile per loro in questa epoca della vita. I nonni sono meno affannati, hanno meno fretta, e il loro passo è molto simile a quello dei nipoti.
Hanno più tempo per raccontare, per cantare, per leggere: sono gesti quotidiani che il bambino crescendo porterà con se in modo duraturo, mano a mano che avrà comprensione di questi grandi regali.
Altri regali è meglio che i nonni non ne facciano, perché non devono vendersi né comprare l’affetto del bambino.
Valeria Chiandotto