Ti cambio il pannolino cinque sei volte al giorno, un po’ seccata se mi capita di più, ma poi tutto cambia quando ti appoggio sul fasciatoio o sul lettone, e incontro il tuo sguardo, sempre pronto a catturarmi, a non permettermi di andare via con i pensieri, ad iniziare, tu per primo, un discorso sulle tue emozioni ed esperienze.
Mi guardi e racconti che sei felice se siamo così vicini, se le mie mani ti puliscono, ti asciugano, strofinano le gambe trasmettendoti un dolce calore; che sei soddisfatto mentre osservi il mio viso orgoglioso di te, mentre ti racconto quello che faremo insieme nelle prossime ore, nelle prossime settimane, nel futuro ancora da disegnare.
Mi guardi e parli, di tanto in tanto con la voce, più spesso solo con gli occhi ma non per questo non ti fai capire, anzi direi che niente mi è incomprensibile in questi momenti, mentre mi inviti ad entrare nei tuoi pensieri e nei tuoi desideri.
Mi chino su di te per sentire sulla mia guancia la tua pelle morbida, per darti baci che arrivano un po’ dappertutto, leggeri e coprenti, non finiscono mai… Ancora ti prendo le mani e con le mie te le tengo vicine, te le porto sul mio viso e sul tuo, devono conoscersi, sapere che sono due, che faranno grandi cose insieme.
Le tue piccole mani afferrano i miei capelli, stringono forte, un comando a cui sono costrette ad obbedire fino a quando impareranno ad aprirsi e a controllarsi in un tocco lieve di carezza.
Ora ti metto a dormire, sei asciutto e rilassato, hai mangiato abbastanza, ci vuole un sonno ristoratore.
Oppure, se sei più grande, adesso che sei pulito andiamo a giocare o a fare una passeggiata, per la casa o in giardino, per scoprire insieme colori e forme appese alle pareti o tra i cespugli fioriti.
Ma prima di sollevarti dal fasciatoio raccolgo ogni volta (ma i tuoi occhi non mi lasciano mai?) ancora un tuo messaggio: vorresti che questo cambio pannolino durasse un po’ di più, e che io sappia fin da adesso che questi nostri incontri privilegiati saranno ricordati a lungo, da me con un po’ di nostalgia e da te come i primi esercizi per intraprendere fiducioso un discorso con l’intero mondo che ti sta aspettando, un dialogo che inizia proprio da qui, in questi momenti ripetuti nella quotidianità, e che quindi non va trascurato.
Come diceva una vecchia pediatra pedagogista austriaca, occupata a coltivare e facilitare la relazione di un bambino fin dai suoi primi giorni di vita, così da costruire in lui un’aspettativa di fiducia verso l’altro, “la pace nel mondo inizia sul fasciatoio”.
Dr.ssa Valeria Chiandotto