L’accademia americana di pediatria, una delle più autorevoli società a tutela del benessere dell’età evolutiva, dice che i bambini al di sotto dei due anni non dovrebbero guardare la televisione.
Nel mondo reale un grosso studio eseguito ancora molti anni fa, nel 2003, ha evidenziato che metà dei bambini di un anno di età guardano la televisione regolarmente per più di un’ora al giorno.
Spesso lo smartphone viene usato come “tranquillante”, per far star buono e zitto il bambino durante i suoi momenti di disagio o comunque in pubblico.
Ma cosa c’è di male nel guardare la televisione?
Sicuramente ci sono dei programmi adatti ai bambini, ma va precisato che i genitori dovrebbero essere consapevoli che stiamo parlando di bambini piccoli, della prima infanzia, un periodo della vita “altamente plasmabile” e condizionato nei possibili modelli di sviluppo proprio dall’ambiente in cui è immerso il bambino.
Soprattutto nei primi due-tre anni di vita la grande plasticità cerebrale presente rende possibile la costruzione dei meccanismi di base degli apprendimenti e dei comportamenti che caratterizzeranno in seguito la sua personalità.
Un problema è determinato dalla passività della ricezione dei messaggi, dalla mancanza di interazione; davanti alla televisione (e agli smartphone) non si parla, non si esprimono opinioni, ci si isola dal contesto ambientale.
Nelle famiglie in cui la televisione è sempre accesa diminuiscono le occasioni di interazione tra i genitori e i figli; avere uno schermo acceso nella stanza, anche se un bambino è troppo piccolo per guardarlo, induce l’adulto a trascurare le proposte di dialogo dei colloqui visivi e dei vocalizzi.
D’altra parte la TV accesa in “sottofondo” è qualcosa di difficilmente interpretabile da parte del bambino, e quindi scarsamente fruibile come esperienza conoscitiva.
Un altro problema è la progressiva perdita di controllo dei contenuti trasmessi man mano che si allungano i tempi di esposizione davanti allo schermo; aumentano gli stacchi di pubblicità, fonti di esigenze create ad arte per incrementare il business dei giochi, anch’essi ormai quasi tutti funzionanti con sistemi computerizzati che “spengono” la fantasia creativa del bambino.
Il tempo trascorso si dilata sempre di più fino ad arrivare ad evidenze sconcertanti ricavate da indagini condotte preso le famiglie con figli: piccoli di un anno che guardano la TV per una media di 68 minuti al giorno, bambini di due anni seduti davanti a TV/DVD per più di due ore al giorno.
Un altro dato impressionante è l’elevata percentuale di bambini da uno a quattro anni con la TV in camera, fonte peraltro di disturbi del sonno con aumento di risvegli e incubi.
Questi tempi di esposizione sono correlati con un minore sviluppo delle capacità cognitive e linguistiche,rispetto ai livelli di sviluppo di bambini che guardano poco gli schermi.
Ne deriva inoltre un altro elemento negativo che si evidenzia più avanti nella crescita del bambino, cioè l’abitudine alla sedentarietà; un problema che si manifesta più tardi, nell’età della scuola, ma che si struttura adesso, e che spesso si accompagna ad abitudini alimentari errate; gli studi confermano una correlazione positiva tra la malnutrizione (intesa come obesità), ormai dilagante nel nostro mondo supersviluppato, e il tempo trascorso davanti ai media (TV/ DVD/video games).
In conclusione attenzione con i bambini piccoli al tempo trascorso davanti alla TV, magari con cose da mangiare in mano…
Buona norma è avere un foglio accanto allo schermo e segnare il tempo reale di esposizione; meglio sarebbe guardare un programma di gioco/didattico assieme, quando possibile.
Meglio di tutto ottemperare alle raccomandazioni delle società di pediatria, americana, australiana, italiana.
1) Non guardare la TV sotto I due anni di età
2) Non guardare la TV durante i pasti
3) Spegnere la TV almeno un’ora prima di andare a dormire
4) Controllare i contenuti violenti di inserti pubblicitari
5) Non usare il telefonino per tenere tranquillo il bambino.
Valeria Chiandotto