Allattamento al seno nel neonato pretermine o comunque in un neonato che non sta bene.
Alcuni passaggi per partire … intanto è meglio non perdere il latte.
Per prima cosa va favorita e mantenuta la produzione di latte materno, cominciando e continuando a spremere il latte, con costanza. Sappiamo che le mamme dei piccoli prematuri o che presentano problemi inaspettati alla nascita hanno più difficoltà, l’allattamento al seno è più difficile, le mamme sono spesso stressate ed in ansia per la vita del bambino, talora hanno scarsa fiducia che il loro latte vada bene come quantità e qualità: in realtà la mamma deve sempre essere certa che sta facendo un latte ” giusto” per il suo bambino e che lei partecipa anche con il latte alle cure per il suo piccolo.
Il latte va tolto ad orario, ogni 3 ore, con una pompa elettrica continuando per 1-2 minuti dopo che ha cessato di defluire; va tenuto un diario di quando e quanto latte viene tolto (quadernetto speciale del latte): questo serve per vedere quando il latte inizia a calare (per trovare la soluzioni efficaci il rimedio deve essere precoce, entro 3 giorni dal calo del latte). I farmaci (Peridon, Plasil) sono importanti in questi casi e consentono alle madri di mantenere più a lungo il latte; non ci sono effetti collaterali per i neonati e scarsi effetti (un po’ di sonnolenza) per le mamme. Ricordatevi che generalmente il calo di latte avviene dopo 6 settimane
Spesso il latte è poco, soprattutto all’inizio ma, anche se scarso, è sufficiente per quel piccolo bambino e la qualità (come vi ho già spiegato) è sempre buona. Le madri generalmente sono contente di togliere il latte per il loro bambino.
Gli operatori sanitari devono sempre spiegare alle mamme che non c’è modo migliore di alimentare un neonato malato; questo favorirà la progressione della cultura dell’allattamento al seno nel neonato malato.
Veniamo adesso a parlare del dopo, cioè di quando potremo mettere al seno il nostro bambino. Per farlo cerchiamo di capire come matura il meccanismo della suzione e della deglutizione.
Il meccanismo della suzione e deglutizione è qualcosa di complesso e meraviglioso che comincia a strutturarsi già nel feto: questo infatti a 9 settimane muove la bocca e la parte inferiore della faccia, a 12 settimane già inghiotte i liquidi che gli arrivano in bocca, a 18-24 settimane comincia a succhiare. Ma solo a 32-44 settimane può incominciare a succhiare e a deglutire per alimentarsi, senza correre il rischio di andare in apnea o di soffocarsi, il rischio, per dirla in parole semplici, che gli vada di traverso.
La suzione-deglutizione è quindi un meccanismo che nasce e si perfeziona con la maturazione del cervello e con l’aumento della massa muscolare; sono coinvolti i nervi cranici, numerosi, che lavorano insieme, oggi si direbbe in un network, aiutandosi l’uno con l’altro. La zona del cervello dove sono collocati questi veri e propri centri di comando è il midollo allungato cioè la parte più alta del midollo spinale, subito sotto la base del cervello (una zona che può subire danni nel neonato che ha avuto asfissia). In quella zona è stato identificato il centro della deglutizione che è intimamente connesso al centro del respiro, quello del gagging (conato di vomito) e quello del vomito vero e proprio ed anche il centro della suzione: in questo centro arrivano le informazioni gustative e propriocettive dalla periferia (sono cioè informato continuamente di come sto lavorando con i miei muscoli della suzione e della deglutizione, perché questo lavoro è un lavoro di muscoli) e ricevo indicazioni se e come andare avanti dalle zone superiori del cervello (sta attento che ti sta andando di traverso, tossisci senno ti soffochi, che fatica bestiale, sono stanco morto….).
Quindi in poche parole siamo programmati per farcerla, per mangiare, succhiare e … sopravvivere.
Per non farla troppo lunga oggi ci fermiamo qui, ma a breve vi invierò il seguito.
Ciao, ciao da Augusta Janes