Mamma, tienimi vicino vicino, sul tuo seno, che possa sentire il calore della tua pelle, l’odore di latte o di fresco muschio… Mamma, tienimi vicino, io ascolto il battito del tuo cuore, prima veloce veloce per questa incredibile possibilità di stare uniti, poi più tranquillo per la consapevolezza del suo significato.
Siamo di nuovo insieme, dimentica la preoccupazione per questa gravidanza interrotta, che ci ha separato quando mai avremmo pensato, che ci ha allontanato per percorrere strade mai immaginate.
Quando sono lì, tra i tuoi seni, il mio battito diventa regolare, non mi dimentico di respirare, il bracciale della mia saturazione di ossigeno raggiunge i livelli massimi consentiti, il calore del tuo corpo da calore al mio.
Sono rannicchiato, avvolto in sensazioni di benessere, mi posso addormentare fiducioso senza la paura di essere toccato bruscamente, di sentire mani sconosciute e contatti diversi, portatori di possibili sofferenze, di esperienze che non sono in grado di prevedere, ma che devo sopportare e superare.
Il sonno viene spontaneo in questa nuvola di affetto, sonno ristoratore, sonno guaritore, sonno che mi fa crescere di giorno in giorno proprio come vuoi tu..
Con gli occhi chiusi e la mia faccia appoggiata al seno le luci forti del reparto non mi colpiscono, non sento il disagio di dover stringere le palpebre per attenuarle.
L’ambiente estraneo del reparto si allontana, non sento più i rumori improvvisi, i monitor, gli allarmi, le tante voci differenti che arrivano nella mia testa senza che io possa difendermi, e che mandano messaggi che non capisco.
Capisco la tua voce, che sentivo trasmessa da lontano, oltre le pareti dell’utero, e ora riconosco, per l’intonazione, l’espressione, il ritmo delle tue parole.
Cantami ancora, piano piano, quelle nenie che ho imparato nella mia vita di prima, che mi fanno riguadagnare un’armonia persa , che mi riallacciano a te per riprendere una strada da percorrere insieme.
Infine ricordati che più mi stai vicino più impari a conoscermi nel mio essere unico e diverso da tutti gli altri, a capire il mio comportamento, ad essere in sintonia con i miei bisogni. Prima ci conosciamo e migliori saranno i nostri rapporti, proprio perché conquisterai precocemente confidenza nelle tue capacità di accudirmi, e saprai condurmi senza ansie e incertezze incontro al mio futuro.
Tienimi ogni giorno sul tuo seno, chiedi a questi angeli che mi curano di aiutarci a raggiungere questa intesa, non dimenticare che aspetto per tutto il resto delle ore che starai lontana questi momenti magici.
Chiedo anche io stesso alle mie infermiere, che conoscono per professionalità ed esperienza il significato del contatto pelle a pelle, di trovare sempre il tempo per darci la possibilità di stare insieme in questo modo: ricorderò loro che, tra gli altri obiettivi, è un potente stimolo per la liberazione di ossitocina per mantenere la produzione di latte, che si riforma di più e con più facilità.
Le infermiere sanno, insieme ai medici, che la “canguroterapia” è importante proprio come tutte le altre terapie a cui mi sottopongono ogni giorno, è la medicina primordiale dell’affetto, che scatena dentro di me tutti quei meccanismi ormonali che mi aiutano a guarire.
E per questo, per non lasciarmi solo quando non puoi venire, chiedi al papà di farsi avanti, di sostituirti nel tenermi in braccio, ho bisogno del calore di entrambi.
Per la verità è il papà che ha più bisogno di starmi vicino, perché negli ultimi tempi lo abbiamo lasciato un po’ fuori dalle nostre vicende, e non vorrei che si sentisse meno importante in questi momenti: bisogna confermagli che abbiamo bisogno della sua solidità , un porto sicuro per la nostra famiglia, gettata in un mare in tempesta.
Senza il suo sostegno dove saremmo entrambi, tu ed io?
Dr.ssa Valeria Chiandotto