Buoansera a tutti i presenti a questa splendida festa.
Io sono il papà di Gabriele, un bambino nato nel 2004 e voglio raccontarvi la mia esperienza dal punto di vista, como posso dirvi, neonatologicamente tragi-comico. Come primo impatto la nascita di un bambino da un momento all’altro, prima dei fatidici 9 mesi, è una cosa che ti lascia senza fiato, ma, se non reagisci subito, rischi di finire tu con il sondino dell’ossigeno attaccato al naso. Io fortunatamente sono un tipo ottimista e riesco sempre a vedere le cose dal lato positivo, così vedendo per la prima volta mio figlio piccolissimo e collegato a chissà quale tipo di macchinario, pur sentendo le parole schiette e crude del neonatologo, che ti dice come realmente stanno le cose, nella mia testa ripetevo che problema c’è, lo vedo, è qui, ce la fa di sicuro, è pur nato, adesso vedrai che si sistema tutto e via; poi torni a vedere tua moglie e le dici è tutto ok, è un bambini fighissimo e poi non preoccuparti, lui è forte e ce la farà di sicuro.
E qui comincia l’avventura; piano piano vedi altri papà e mamme nelle stanzette vicino alla tua o condividi la stessa; scambi due chiacchiere, qualche “opinione” perchè, dopo una decina di giorni tra monitor, sondini, registri e cartelle mediche, tutti hanno il diploma di neonatologo.
Più passa il tempo e più l’amicizia tra genitori si rafforza, anche perchè passi molto tempo insieme e cominci a fare il genitore a tutto campo, ma non solo di tuo figlio o figlia, ma anche di quelli che hai conosciuto e … lì cominci: vai tranquillla, che li guardo io, non preoccuparti che se gli fanno qualche visita, ti telefono subito e così via. Poi visto che sei sempre in reparto, organizzi di anadare anche a mangiare in compagnia, come quella volta che siamo andati a mangiare una pizza in 5 coppie e poi le mamme sono rientrate per allattare e noi papà siamo arrivati tutti nella stessa macchina alla portineria e l’omino che alzava la sbarra ci chiede:” E voi dove andate?” e noi ” in neonatologia, dobbiamo allattare!” Si mette a ridere e ci apre; mi ricordo che alla prima riunione medici – genitori, dove puoi chiedere tutto quello che vuoi sapere sui bambini prematuri, io dico la frase del secolo ” Abbiamo la fortuna di veder crescere i nostri figli dal vero e non nella pancia della mamma”; forse quel giorno ho esagerato, ma io la penso ancora così, poi quando la dottoressa mi dice: ” ma si rende conto che suo figlio è piccolissimo”, “si”, le rispondo. “E’ più piccolo dei panini che mangio, ma crescerà più di me.”
Ottimista ma anche rompiscatole; ogni mattina per 80 giorni alle 7 di mattina in punto e sempre durante il cambio delle consegne tra le infermiere, io telefonavo, per chiedere come aveva passato la notte il mio piccolo ometto e mi bastava sentire ” tutto nella norma” per andare al lavoro contento.
Ma non mi divulgo oltre per non annoiarvi; voglio solo dirvi che 11 anni di splendida amicizia tra Gabriele, Ester, Leonardo, Ilaria, Luca, Federico, Matteo e Leonardo e tutti i loro genitori sono la cosa più bella di questa avventura che ancora oggi continua.