Testimonianza di Lisa

Io, una Lillipuziana che ha fatto passi da gigante.

Nel lontano 1983 il Paese di Lilliput non esisteva ancora, eppure i Lillipuziani c’erano già: io ero una di loro.

Appena nata, ero talmente piccola che la mano aperta di mio padre bastava a contenermi; tutto ciò che mi circondava mi sembrava gigantesco e irraggiungibile, fuori dalla mia portata.

Questa situazione da un lato mi spaventava, ma dall’altro mi incuriosiva, mettendomi una gran voglia di scoprire il mondo: del resto, se Qualcuno mi aveva fatta uscire prima del previsto, doveva pur esserci un motivo, no?

Nel corso degli anni la curiosità è sempre stata il mio motore, la ragione che mi ha spinto ad affrontare nuove sfide, dapprima “soltanto” con il mio corpo, poi anche con la mente.

All’inizio, ogni seduta di fisioterapia era una sfida: durante l’ora che passavo in palestra dovevo lottare contro il mio corpo, che spesso non si lasciava comandare dal cervello e faceva un po’ come gli pareva; poi naturalmente c’erano gli esercizi da fare a casa: quante serate passate su uno sgabello in salotto, con la tv accesa e le mani protese verso l’alto nel tentativo di recuperare un soldino di cioccolato che mio padre teneva sospeso a mezz’aria!

Ogni volta che riuscivo nell’impresa, eravamo tutti contenti: io perché potevo mangiare la cioccolata, i miei genitori perché la mia schiena si allungava.

Con il tempo, la costanza e la fatica, a queste prime conquiste se ne sono aggiunte altre, che di volta in volta mi hanno consentito di raggiungere una sempre maggiore autonomia e di tagliare traguardi insperati.

La mia carriera scolastica è stata analoga a quella dei miei coetanei, si è sempre svolta in ambienti non “protetti” e si è conclusa brillantemente a luglio del 2005, con una laurea triennale in Traduzione e Interpretazione di Trattativa conseguita alla Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Forlì (afferente all’Università di Bologna); com’è facile immaginare, frequentando l’Università lontano da casa ho dovuto superare alcune difficoltà e ho dovuto imparare ad adattarmi a situazioni e persone diverse da quelle alle quali ero abituata: non è stata un’esperienza facile, né sempre piacevole, ma nel complesso è stata positiva e mi ha insegnato molte cose che adesso mi tornano utili, tanto nel mondo del lavoro quanto nell’organizzazione della mia vita da single.

Eh sì, perché ormai da tre anni l’uccellino ha lasciato il nido, ora vivo da sola in un appartamentino in affitto situato proprio dietro all’ufficio dove lavoro; ogni mattina mi alzo, mi vesto, rifaccio il letto, faccio colazione, mi lavo i denti ed infine mi reco in ufficio a bordo della mia carrozzina: tutto questo rigorosamente da sola, senza alcun aiuto.

Naturalmente ciò non vuol dire che io sia completamente autosufficiente nella vita quotidiana: fortunatamente posso contare su alcune persone che giornalmente mi aiutano nella preparazione dei pasti, nell’igiene personale e nelle pulizie di casa; il loro supporto mi è indispensabile, altrimenti non ce la farei, mi servirebbero giornate di 48 ore (visti i tempi biblici che impiego, ad esempio, per cucinarmi un piatto di pasta)!
Tuttavia, negli ultimi tre anni ho acquisito abilità che prima non possedevo, se non a livello potenziale: tra le altre cose, ho imparato ad aprire e chiudere finestre e tapparelle, lavare i piatti, rifare il letto; dall’anno scorso, grazie ad alcune sedute di terapia occupazionale, ho imparato anche a cucinare alcune semplici pietanze e a muovermi autonomamente per strada con la carrozzina, almeno su brevi distanze e percorsi abituali.

Infine, quest’anno, la mia curiosità e la mia innata passione per le sfide mi hanno portato ancora più in là, addirittura in Trentino: a fine marzo ho vissuto tre splendidi giorni sulle piste da sci di Canazei, frequentando un mini-corso per disabili, mentre la prima settimana di luglio l’ho trascorsa in Val di Non, gustandomi ogni momento della mia prima vacanza “indipendente”, durante la quale mi sono avvalsa soltanto dell’aiuto di persone conosciute “in loco”.

Spero di non peccare di presunzione se dico che queste sono grandi conquiste per chi, come me, proviene da Lilliput; molte di esse sono state sicuramente rese possibili dal paziente lavoro di medici e terapiste (che nel mio caso ha dato ottimi risultati), ma tutte sono avvenute grazie alla mia volontà, alla mia tenacia, alla mia testardaggine e determinazione, al mio impegno, al mio coraggio e al mio spirito di sacrificio: in altre parole, se oggi sono quella che sono, cioè una Lillipuziana che ha fatto passi da gigante, lo devo soprattutto alle qualità che i miei genitori e familiari hanno saputo trasmettermi attraverso i loro insegnamenti, il loro esempio e il loro sostegno incondizionato.

Ecco allora il mio augurio per i Lillipuziani di oggi: possiate anche voi contare su una coppia di allenatori formidabili (mamma e papà) ed essere circondati da una squadra di persone speciali che lavorino sempre per voi e con voi, senza stancarsi mai e senza abbattersi alla prima difficoltà.

Ma attenzione: gli attaccanti siete voi, quindi spetta a voi decidere quand’è il momento di girarvi verso la porta e segnare un goal!

Lisa Cuberli
Udine