Io mi chiamo Fiorella e in questo posto ci sono già stata, in veste di piccola paziente, sedici anni fa, in quanto pesavo alla nascita 7 etti e 61 grammi.
Ricordo ancora molto bene che da piccola, quando mi recavo uinsieme ai miei genitori a Udine per le visite o i controlli che si tenevano ogni anno, ci fermavamo ogni volta in questo stesso padiglione ad osservare i neonati prematuri nelle loro incubatrici. ricordo che quasi non si vedevano, talmente piccoli e ricoperti di varie attrezzature che erano; dal vetro si potevano a fatica intravvedere i loro minisculi visi e le loro manine e ricordo anche che mi sembrava persino impossibile che precisamente sedici anni fa io fossi come loro, proprio al loro posto. Ora sono passati un po’ di anni, ma quella sensazione non è cambiata: ogni volta che vedo quelle piccole creature, mi rendo conto di quanto sia stata firtunata ad essere qui oggi. Penso che chiunque sua nato prematuro come me condivida questo pensiero ed abbia pensato, almeno una volta, di essere un po’ speciale rispetto ai bambini nati a termine. Sì, perchè ogni prematuro è stato obbligato fin dal momento della nascita a lottare ” con le unghie e con i denti” per sopravvivere e si è scontrato con le insidie del mondo prima degli altri bambini, che sono nati al “sicuro” per più mesi.
Per questo, nonostante all’inizio faccia un po’ fatica a raccontare la mia storia agli altri, quando lo faccio sono sempre fiera di vedere la sorpresa e l’ammirazione nella faccia di chi mi ascolta, perchè vedendomi adesso non si sarebbe mai immaginata che fossi stata tanto piccola alla nascita. e credo che la forza dimostrata in quei mesi di incubatrice ce la portiamo dentro tutta la vita, anche nelle scelte che facciamo.
In quanto a scelte, io ho deciso di frequentare il liceo classico, sperando che mi prepari per quello che vorrò fare in futuro e, anche se non ho ancora le idde ben chiare su quale sarà la mia professione, mi piacerebbe orientarmi nell’ambito del giornalismo o di qualsiasi altro lavoro che abbia a che fare con la scrittura, che credo sia quello che mi riesce meglio di fare…
A proposito di professioni, io ammiro tantissimo quella dei medici, che si adoperano ogni giorno per salvare delle vite e ci tengo a ringraziare in particolrae tutta l’equipe di neonatologia, che ha contribuito a salvare la mia vita e ce contribuisce anche adesso a salvare molti bambini prematuri. Un grazie speciale alla dottoressa Chiandotto, che mi ha sempre seguito ed è se